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Come aprire la Partita Iva agevolata per Influencer e Content Creator

Stai iniziando a lavorare online come Influencer, Content Creator o altri lavori digitali?

Ecco una guida su come aprire la partita iva a regime forfettario.

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Oggi parliamo di come aprire la Partita Iva se sei un Influencer o un Content Creator.

Diciamocelo, fino a qualche anno fa, definire il tuo lavoro con questi due termini non era neanche concepibile.

Ecco perché spesso ci sono ancora tante domande e dubbi su quando l’attività da Influencer diventi un lavoro e su come aprire la Partita Iva e ottenere il regime forfettario.

Oggi parliamo di questo oltre alla mia esperienza con la P.IVA e il mio lavoro online da Content Creator.

Cercherò di rispondere a dubbi e domande su come aprire ufficialmente il tuo business online, pagare le tasse ed evitare errori.

In questa guida userò la parola Influencer e Content Creator attribuendogli lo stesso significato.

Personalmente preferisco essere chiamata Content Creator, perché comprende in generale la creazione di contenuti che se fatti di qualità, riescono ad attirare una community. Arrivato a questo punto hai la possibilità di influenzare, si spera positivamente, la visione dei tuoi followers promuovendo uno stile di vita o delle scelte quotidiane.

Uso quindi il termine Influencer solo perché più conosciuto rispetto a quello di Content Creator.

Non ti perdere.
Questo è l'indice per questa guida:

Come aprire la Partita Iva a regime forfettario per Influencer e Content Creator

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la mia storia

Mi chiamo Francesca, sono un’influencer, o meglio Content Creator, sia su Instagram che su Youtube con il nome @wildflowermood  e nomade digitale dal 2015.

Ho aperto @wildflowermood nel 2017, ma non è  diventato subito il mio lavoro a tempo pieno, in quanto nel primo periodo creavo contenuti online senza essere pagata da nessuno.

Il lavoro da Content Creator funziona così: prima dimostri cosa sai fare attirando a te una forte community e poi se vieni notato da brand e servizi puoi iniziare ad essere pagato per promuovere questi prodotti e servizi alla tua community.

Quando il mio lavoro da Content Creator e Travel Blogger con Wildflowermood stava iniziando a prendere piede e a ricevere le prime richieste di collaborazione, ho dovuto inquadrare il mio lavoro a livello fiscale.

All’inizio mi facevo pagare con ritenuta d’acconto.

E’ possibile però farsi pagare con ritenuta d’acconto solo se non si superano 5.000 euro l’anno e se si sta svolgendo un lavoro saltuario.

Dopodiché si deve aprire la Partita Iva.

Quando il mio lavoro sui social è diventato costante e più remunerativo ho dovuto quindi aprire la P.IVA, nel mio caso con il regime forfettario.

Cercare informazioni sulla P.Iva da Content Creator, per il quale non esiste neanche un codice ATECO non era facile, anche per il commercialista che mi aveva iniziato a seguire.

“Il codice Ateco è una combinazione alfanumerica che identifica una ATtività ECOnomica. Le lettere individuano il macro-settore economico mentre i numeri (da due fino a sei cifre) rappresentano, con diversi gradi di dettaglio, le specifiche articolazioni e sottocategorie dei settori stessi.”

All’inizio ho quindi avuto problemi a capire come inquadrare il mio lavoro da influencer, un business alquanto nuovo e particolare.
Dopo chiamate, domande e attese siamo riusciti a far diventare Wildflowermood un business, ma andiamo per ordine sui passi da fare.

Se sei curioso su come diventare un Nomade Digitale e altre informazioni sulla mia storia clicca qui.

Lavori digitali e Partita Iva: alcune chiarificazioni

Entrare nel mondo del digital è affascinante. Specialmente quando ti rendi conto delle potenzialità economiche e della libertà di scegliere il proprio ufficio da nomade digitale che offre il guadagno online.

Però è essenziale conoscere alcune nozioni base, specialmente in ambito fiscale. Ma non ti preoccupare, sono qui per chiarire qualche dubbio!

Un Influencer o content creator, ad esempio, è un professionista che ha saputo costruire, grazie alle diverse piattaforme social, una community solida e interessata a quello che ha da dire. Questa capacità di comunicare e di arrivare a tantissime persone fa sì che molti brand abbiano la sua attenzione.

Ma non finisce qui.

Nel vasto mercato del digitale, ci sono professionisti come i grafici freelance che danno vita alle visioni creative dei brand, gli sviluppatori che costruiscono piattaforme online intuitive e dinamiche, e gli esperti di marketing digitale che elaborano strategie per raggiungere il pubblico giusto.

Ognuno di questi professionisti, a suo modo, ha il potere di influenzare, ispirare e trasformare il mondo online. E può farlo da dipendente o da libero professionista aprendo la partita iva.

Ogni professione ha le sue specifiche, e con l’aumento dei guadagni online, nascono anche questioni fiscali.

Per esempio, superare una certa soglia di guadagno, come i 5.000 euro annui, potrebbe richiedere l’apertura di una Partita Iva.

Ma non temere, affronteremo questo argomento più dettagliatamente nelle prossime sezioni.

Che cos’è la partita iva a regime forfettario?

Se sei un Influencer e vuoi aprire la Partita Iva, la soluzione più vantaggiosa è quella del regime forfettario.

Questo è un regime agevolato per i freelancer che guadagnano fino a 85.000 euro l’anno.

La P.Iva in 3 punti:

  • Tassazione bassa al 5% o 15%
  • Sconto sui contributi
  • Contabilità semplice

Il vantaggio principale sta proprio nel dover pagare un’aliquota fissa del 5% se sei nei primi 5 anni di attività. L’aliquota passa al 15% dopo i 5 anni di attività, o fin da subito se la tua mansione da freelance è la stessa di quella che svolgevi da dipendente. In ogni caso, una tassazione al 15 % sul fatturato, rimane comunque vantaggiosa.

Ma è doveroso fare una precisazione.

Queste tasse le devi pagare sul reddito imponibile, vale a dire solo su una % del tuo fatturato annuo, che varia a seconda del tuo codice ateco (che identifica la tipologia della tua attività).

Infatti il 5% o 15%, viene calcolato su una quantità di denaro inferiore al fatturato totale ed é in franchigia IVA, cioè non si inserisce in fattura perché si è esonerati.

Perché questo?
Lo stato ha deciso che sul tuo fatturato totale dovrai pagare il 78% (% variabile a seconda del codice ateco), perché ipotizza che avrai il 22% di spese circa.

E questo avviene perché nel regime forfettario non è possibile scaricare spese, di nessun tipo.

Esempio: se fatturi 10.000 euro ipotizza che avrai 2.200 euro di spese per il tuo lavoro. Quindi devo pagare le tasse sul restante 7.800 euro.

Le imposte da pagare in base al fatturato sono due:

  • INPS i contributi per la pensione
  • Le tasse vere e proprie (imposta sostitutiva IRPEF) del 5% – 15%

Quindi tra INPS e tasse si paga di quei 7.800 euro circa il 28%.

Quindi detta molto semplicemente: ogni 100 euro che guadagni dovresti mettere da parte 28 euro per le tasse.

Inoltre i liberi professionisti pagano le tasse sul fatturato l’anno dopo, quindi ad esempio nel 2023 si pagano le tasse relative ai redditi percepiti nel 2022. A questa somma va aggiunto l’anticipo per l’anno successivo.

Quindi nel 2023 devi pagare anche un anticipo per il 2024, perché lo stato si immagina che guadagnerai più o meno la stessa cifra. Questo significa che il primo anno che apri la partita Iva dovrai mettere da parte il doppio di quanto dovresti pagare, circa il 56%.

So che può sembrarti tantissimo, ma voglio rassicurarti dicendoti che ci siamo passati tutti! E soprattutto, il primo anno generalmente fatturerai meno dei successivi.

E superati i 85.000 euro l’anno di guadagni?

Devi passare al regime ordinario, ma questa è un’altra storia.

I codici ateco spiegati

Nel momento in cui si decide di aprire una Partita Iva, uno degli aspetti che spesso può creare confusione è la scelta del codice ATECO.

Questo codice identifica l’attività che si intende svolgere e il relativo coefficiente di redditività (la % su cui pagherai le tasse che dicevamo poco fa), ed è quindi fondamentale scegliere quello giusto per evitare problemi futuri.

Per questo ti consiglio di affidarti ad un commercialista specializzato in lavori online come Fiscozen: questa piattaforma offre anche una prima consulenza totalmente gratuita.

Capisco che possa sembrare complicato, ma ti assicuro che una volta compreso come funziona, tutto sarà più chiaro.

Vediamo insieme alcuni esempi che potrebbero tornarti utili.

Partita Iva Youtuber

Se la tua attività consiste nella creazione e pubblicazione di video sul tuo canale YouTube, avrai bisogno di un codice ATECO specifico.

Generalmente, un Youtuber può rientrare sotto la categoria “conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari” con codice ATECO 73.11.02.

La scelta dipenderà dalla natura dei tuoi video e da come intendi guadagnare da YouTuber. Consiglio sempre di consultarsi con un commercialista per essere certi della scelta e di leggere questo articolo di Fiscozen.

Partita Iva per influencer

Gli influencer, invece, hanno una gamma più ampia di piattaforme e modalità con cui interagiscono con la propria community. Può trattarsi di post su Instagram, articoli su un blog, tweet, e così via. Di conseguenza, il codice ATECO potrebbe variare.

Una delle opzioni più comuni per gli influencer potrebbe essere, anche in questo caso, “conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari” con codice ATECO 73.11.02.

Anche qui ti consiglio di chiedere consiglio a un esperto in materia fiscale e di approfondire in questo articolo di Fiscozen.

Quando bisogna aprire la partita iva?

Aprire una Partita Iva rappresenta un momento cruciale nel percorso di chi decide di riconoscere ufficialmente il proprio lavoro, mettendosi in proprio e “buttandosi” nel mondo imprenditoriale o freelance.

È un passaggio che simboleggia l’impegno, la dedizione e la fiducia nelle proprie capacità e nella propria professione.

Ma quali sono i momenti giusti per fare questo passo? 

Se i tuoi guadagni annuali sono inferiori ai 5.000 euro, puoi optare per la ritenuta d’acconto, evitando così l’apertura immediata della Partita Iva. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli che, una volta superata questa soglia, diventa obbligatorio dotarsi di una Partita Iva.

E un vantaggio? Puoi decidere di aprirla in qualsiasi momento dell’anno, permettendoti così una maggiore flessibilità nel tuo percorso professionale.

Ma quando è davvero necessario? Quali sono i dettagli da tenere in considerazione?

Ho pensato di condividere con te alcune risposte alle domande più frequenti, per aiutarti a fare chiarezza su questo argomento.

Quanto devo guadagnare per aprire la partita iva?

Il concetto di guadagno minimo per aprire la Partita Iva è piuttosto relativo.

Non esiste una cifra fissa che ti obbliga ad aprirla, soprattutto perché per alcuni codici ATECO in regime forfettario, non avrai spese fisse (a parte il commercialista) ma solo una % sul fatturato.

Tuttavia, come abbiamo accennato in precedenza, se guadagni più di 5.000 euro l’anno da attività freelance o come influencer, è consigliabile aprirla.

Questa soglia ti permette di gestire i tuoi guadagni occasionali senza l’obbligo di Partita Iva. Ma se prevedi che la tua attività crescerà o che continuerà ad essere continuativa, prendi in considerazione l’idea di aprirla.

Quanti numeri ha la partita iva?

La Partita Iva è composta da 11 cifre. È un identificativo univoco che ti verrà assegnato al momento dell’apertura e ti accompagnerà per tutta la durata della tua attività.

Questo numero sarà fondamentale per le tue fatture, i documenti ufficiali e ogni tipo di interazione con l’ente fiscale.

Quanto costa aprire la partita iva

I costi per l’apertura della Partita Iva possono variare a seconda del tipo di attività che intendi svolgere e da dove ti trovi.

In generale, la procedura di apertura presso l’Agenzia delle Entrate è gratuita. Tuttavia, potresti decidere di avvalerti dei servizi di un commercialista per essere sicuro di fare tutto correttamente, e ciò avrà un costo annuo.

Oltre a questo, bisogna considerare le eventuali spese annuali legate alla gestione contabile, dichiarazioni dei redditi e altri adempimenti burocratici.

In ogni caso, è fondamentale considerare l’apertura della Partita Iva come un investimento per la tua attività. Avrai una maggiore trasparenza fiscale, potrai gestire meglio le tue entrate e uscite e avrai un aspetto professionale di fronte ai tuoi clienti e collaboratori.

Ecco come aprire la partita iva online

Non so se vi e venuto il mal di testa, ma non vi preoccupate non dovete fare questi calcoli da soli.

Ecco perché sono felice di parlarvi di Fiscozen che farà tutti questi calcoli per te!

Per voi che avviate oggi la vostra attività o magari avete già una Partita IVA e volete gestirla in modo del tutto digitale, può essere tutto più facile grazie a Fiscozen, un team di consulenti fiscali a tua disposizione che si occupano di aprire gratuitamente e gestire la tua Partita IVA totalmente online.

I loro consulenti conoscono bene i lavori online e con una consulenza gratuita, ti tolgono ogni dubbio oltre a offrirti la possibilità di gestire la P.IVA online attraverso il loro portale. 

Prenota la tua consulenza gratuita qui!

Esempio della tua Dashboard di Fiscozen

Nel portale di Fiscozen puoi controllare quanto pagherai di tasse, emettere fatture e ti viene ricordato quando ci sono scadenze da pagare e tanto altro.

Fiscozen ti offre la possibilità di emettere fattura (elettronica e non) direttamente dalla sua piattaforma e ogni volta che incassi una fattura ti dice quante tasse dovrai pagare nell’anno corrente e successivo.
Anche per la dichiarazione dei redditi puoi stare tranquillo perché è inclusa nell’abbonamento senza costi aggiuntivi e si compila con pochi click.

Esempio dei servizi di Fiscozen come il ricordarti scadenze, previsione tasse e limite di ricavi

Poi, ovviamente il consulente fiscale dedicato sarà a vostra disposizione sempre per chiarire dubbi e domande, senza alcun limite.

Per agevolarvi ulteriormente, se dopo la consulenza gratuita deciderete di usare il loro servizio avrai un ulteriore detrazione di 50 euro sul prezzo annuale con il mio link!

Cosa aspetti prenota la consulenza subito qui sotto 👇 

Gestire la partita iva senza commercialista: si può?

Gestire la Partita Iva senza l’aiuto di un commercialista è un argomento che genera molte discussioni tra chiunque intraprenda un’attività professionale.

La risposta breve? Sì, si può. Ma, come spesso accade, ci sono alcune considerazioni da fare.

Innanzitutto, è fondamentale avere una buona conoscenza delle basi della contabilità e dei principali adempimenti fiscali legati alla Partita Iva. Esistono numerosi software e applicazioni online che possono aiutarti nella gestione quotidiana, dalla creazione di fatture all’organizzazione delle spese.

Questi strumenti possono semplificare notevolmente la vita, specialmente se non hai intenzione di avvalerti dei servizi di un professionista.

Tuttavia, è importante sottolineare che, anche se questi software possono essere molto utili, non sostituiranno mai completamente l’expertise di un buon commercialista. Questi professionisti non solo ti aiutano con la contabilità, ma possono offrirti preziosi consigli su come ottimizzare la tua situazione fiscale, prevenire errori e affrontare eventuali controlli da parte dell’ente fiscale.

Se decidi di intraprendere la strada della gestione autonoma, ecco alcuni consigli:

  • formazione continua: dedica del tempo a informarti sulle ultime novità in materia fiscale e contabile. Le leggi cambiano e aggiornarsi è essenziale.
  • Organizzazione: tieni sempre traccia delle tue entrate e uscite. Conserva tutte le fatture e documenti importanti.
  • Usa la tecnologia: sfrutta app e software dedicati per semplificarti la vita.

Approfondisci ancora una volta, in questo articolo di Fiscozen.

Conclusioni

La Partita Iva per Influencer e Content Creator può incuotere timore, ma non deve essere così!

Spero che questo articolo ti abbia aiutato a fare un po’ di luce sull’argomento e dato una mano con l’incredibile offerta che mi ha permesso di darvi Fiscozen.

Ci vediamo online!

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